Con il termine “crowdsourcing”, che significa letteralmente crowd “folla” e outsoursing ”esternalizzare una parte delle proprie attività”, s’intende una metodologia di collaborazione con la quale le imprese chiedono un contributo attivo alla rete (attraverso delle open call), delegando a un insieme distribuito di persone, che si aggregano attorno a una piattaforma web, lo sviluppo di un progetto o di una parte di un’attività di un’azienda.
Esso si distingue dall’outsourcing, proprio in virtù del fatto che la realizzazione del progetto o la soluzione del problema viene esternalizzata a un gruppo indefinito di persone e non a uno specifico soggetto.
Tale metodologia rappresenta una recente e innovativa strategia di business aziendale che estende il modello outsourcing per attingere al tempo, al lavoro, all’intelligenza e alla capacità risolutiva di una collettività distribuita di lavoratori/collaboratori mondiali (il cd. “crowd”), tramite le tecnologie di comunicazione. Quindi, presupposti praticamente indispensabili per l’attività di crowdsourcing sono l’esistenza del web e di strumenti che la rete rende disponibili, in open call, attraverso dei portali.
PERCHÉ AVVALERSI DELL’ATTIVITÀ DI CROWDSOURCING?
Le motivazioni che spingono gli utenti ad avvalersi dell’attività di crowdsourcing sono le ricompense indirette per le attività compiute; in tal senso, possono essere remunerazioni pecuniarie, ma anche essere rappresentate dall’utilità del prodotto o del servizio per l’utente che vi contribuisce. Esistono, tuttavia, anche ricompense non immediate, ma che producono vantaggi futuri, come la crescita delle abilità professionali o maggiori possibilità di carriera.
(Estratto Fiscal Focus)